PIOVENE ROCCHETTE (Vicenza) nell’agosto del 2018 avevano legato delle transenne tra loro con filo di ferro per ostacolare l’accesso e chiuso il cancello pedonale con catena e lucchetto. Non contenti avevano sistemato delle grate in ferro sul cancello carraio e pedonale. Tutto per opporsi allo sfratto esecutivo della loro abitazione di via Levà a Piovene Rocchette, alle forze dell’ordine intervenute assieme all’ufficiale giudiziario.
Dovranno affrontare il processo i fratelli Denis, Loris e Silvia Spezzapria e con loro altri diciotto venetisti del Comitalo liberazione nazionale veneto (Clnv) che hanno sempre detto di non riconoscere lo Stato italiano. In aula, davanti al giudice Matteo Mantovani, dovranno difendersi a vario titolo dall’accusa di invasione di edificio e di resistenza a pubblico ufficiale. In due, in particolare, che avevano fatto volare un drone con telecamera sopra la casa degli Spezzapria sono accusati di aver violato il codice della navigazione aerea non avendo autorizzazione.